venerdì 25 marzo 2016

Una mostra a Mantova commemora Khaled al-Assad, il martire di Palmira. E mette in guardia sulla fragilità del patrimonio culturale mondiale

Una mostra a Mantova commemora Khaled al-Assad, il martire di Palmira. E mette in guardia sulla fragilità del patrimonio culturale mondiale


Inaugura il 23 marzo a Mantova la mostra Salvare la memoria (la bellezza, l’arte, la storia). Storie di distruzioni e rinascita che celebra al Museo Archeologico Nazionale la figura di Khaled al-Asaad, lo studioso e archeologo di fama internazionale barbaramente decapitato dall’Isis a 81 anni davanti al Museo di Palmira diretto per lungo tempo, lo scorso agosto 2015. Non è il primo, questo, dei molti omaggi che si sono realizzati per celebrare una delle figure più eroiche che il mondo della cultura ha potuto vantare negli ultimi anni e per stigmatizzarne il martirio. Il mese di novembre aveva infatti visto la città di Milano celebrare al Castello Sforzesco il difensore di Palmira con L’albero dei Giusti, iniziativa dell’associazione Gariwo. Fino al 5 giugno invece, con l’obiettivo inoltre di riportare alla luce i temi della fragilità del patrimonio artistico internazionale e sul contributo reso, in nome della sua salvaguardia e difesa, dall’esercito pacifico dei Monument Men, il museo mantovano apre una mostra a cura di Elena Maria Menotti e Sandrina Bandera.
NON SOLO SIRIA
Non solo la Siria, sotto la lente, ma anche tutte quelle collezioni, quei manufatti, quegli oggetti del patrimonio mondiale che le guerre, i cataclismi, l’incuria, l’abbandono rendono precari: dal terremoto in Nepal del 2015 all’alluvione di Firenze del 1966, ampio sarà il panorama delle situazioni a rischio rappresentate. Anche con qualche barlume di speranza. Immagini, documenti, filmati, testimonianze originali e reperti presenteranno, infatti, ai visitatori storie di ricostruzione, di ostinazione, di coraggio, di impegno. Tra le opere esposte, alcune di particolare pregio provengono proprio dal sito di Palmira, in Siria, le cui recenti scene di devastazione hanno indignato e ferito l’opinione pubblica internazionale.

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