mercoledì 30 marzo 2016

Palmira risorge in 3D grazie all’Italia: l’arco di trionfo disegnato da robot

Palmira risorge in 3D grazie all’Italia: l’arco di trionfo disegnato da robot

da Corriere.it

Due aziende toscane all’opera: saranno «stampati» blocchi di marmo grezzo e pietra arenaria. Il 70% del materiale verrà da Carrara o dalle Alpi. Il progetto sarà presentato a Londra a Trafalgar Square il 19 aprile. «Scultura» alta 15 metri, peso di 11 tonnellate

La «nuova» PalmiraLa «nuova» Palmira
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Palmira «ricostruita» in 3D anche grazie a un’impresa italiana. L’antica città siriana devastata dall’Isis potrebbe risorgere grazie alla tecnologia messa a punto dal nostro Paese. Due società toscane stanno lavorando alla realizzazione dell’arco di trionfo di Palmira, costruito quasi 2 mila anni fa, ma polverizzato dai jihadisti lo scorso ottobre. TorArt, azienda di Carrara specializzata in scultura e fondata da Giacomo Massari con Filippo Tincolini, realizzerà l’arco distrutto nel sito archeologico in Siria in partnership con D-Shape, società fondata da Enrico Dini a Cascine (Pisa).

Presentato a Londra il 19 aprile


Gli esperti italiani hanno già presentato al governo degli Emirati Arabi la riproduzione in scala ridotta del tempio di Palmira. Prossima tappa, la ricostruzione in scala dell’arco di trionfo di Palmira, che sarà presentato a Londra a Trafalgar Square il 19 aprile. L’obiettivo, naturalmente, resta quello di installare presto o tardi il monumento in Siria, laddove oggi permane un cumulo di macerie. La tecnica utilizzata per ricostruire l’arco di Palmira è la stampa 3D, sfruttata da D-Shape per legare sabbia e roccia, stampando blocchi di marmo grezzo e pietra arenaria.

«Materiale da Carrara o dalle Alpi»


«Il 70% del materiale che useremo verrà da Carrara o dalle Alpi. Il giorno che ci sposteremo in Siria, utilizzeremo materiali locali», spiega al Corriere della Sera Enrico Dini, ingegnere e fondatore della società. Per la dimostrazione di Londra, infatti, verrà prodotto un arco dalle dimensioni ridotte, rispetto all’originale da installare in Siria. TorArt interverrà in un secondo momento, quando si renderà necessario lavorare e definire la sabbia stampata, per ottenere il monumento. «La nostra tecnica è sottrattiva, andiamo a togliere per dare forma. I robot lavorano assieme ai nostri scultori. Non c’è limite a quello che si può fare e in questi giorni stiamo scolpendo un David a grandezza naturale», dice Giacomo Massari, fondatore di TorArt, che ha stabilito il suo laboratorio dentro famose le cave di marmo di Carrara.
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Palmira «risorge» in 3D grazie all’Italia
«Alto 15 metri e peserà 11 tonnellate»

L’arco di trionfo di Palmira realizzato dalle due aziende italiane, sarà alto 15 metri e peserà 11 tonnellate. Per ricostruirlo saranno necessari circa 70 metri cubi di sabbia, per un controvalore di produzione superiore ai 100 mila euro, a cui vanno sommati i costi di finitura, montaggio e trasporto. Ciascun robot utilizzato da TorArt per la rifinitura ha un costo di circa 300 mila euro. «La volontà è ricostruire Palmira, ma anche i siti archeologici vittime di calamità naturali», ragiona Giacomo Massari. Da Pompei a Sibari, in Italia ci sarebbe solo l’imbarazzo della scelta. Eppure assistere al processo di definizione delle scanalature dell’arco, significa anche restituire a se stessi un po’ di quel senso di bellezza messo a dura prova dalle sconsiderate picconate dei terroristi. Un contributo essenziale alla ricostruzione dell’arco di Palmira è arrivato dall’Institute for Digital Archaeology di Oxford, partner dell’iniziativa assieme al governo degli Emirati Arabi. L’istituto ha distribuito oltre 5 mila fotocamere a civili e volontari in Medio Oriente, per fotografare monumenti e siti a rischio, rimpinguando il Million Image Database con migliaia di foto. Utili a riprodurre le opere in 3D, ma essenziali a restituirci la speranza, contro l’ondata iconoclasta con cui ISIS vuole distruggere la memoria del nostro passato.
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