lunedì 28 marzo 2016

Siria, Franceschini: «L’Italia pronta all’invio di caschi blu culturali»

Siria, Franceschini: «L’Italia pronta all’invio di caschi blu culturali»
Corriere della Sera online
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Dopo liberazione di Palmira da Isis, è già stato firmato il protocollo con l'Unesco. Si tratta di una task force di carabinieri e civili, pronta a intervenire «non appena ci verrà chiesto dalla comunità internazionale» ha detto il ministro dei Beni culturalidi Paolo Conti

«I nostri Caschi Blu della Cultura sono pronti ad intervenire a tutela del patrimonio culturale minacciato o devastato dal terrorismo internazionale. Se Palmira sarà la prima occasione in cui verremo chiamati lo decideranno l'Unesco e la comunità internazionale, che devono anche stabilire tempi, modalità e coinvolgimento di uno o più paesi. Noi comunque siamo pronti». Lo ha ribadito il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, commentando quanto detto dal presidente siriano, Bashar al Assad, secondo il quale le forze governative hanno ripreso il totale controllo della città di Palmira, in mano all'Isis dal maggio 2015, che ospita il sito archeologico romano dichiarato patrimonio dell'Umanità dall'Unesco. Una task force con una preparazione in campo storico-artistico
«Pronto l'intervento a Palmira»

Il ministro offre dunque l'immediata disponibilità del corpo speciale nato per iniziativa italiana (il presidente del Consiglio Matteo Renzi ne parlò nell'autunno scorso all'assemblea generale dell'Onu mentre Franceschini la espose al Consiglio generale Unesco a Parigi). E' composto da uomini e dome dell'arma dei Carabinieri che hanno seguito un corso speciale per partecipare ad azioni in aree di alto rischio e hanno ricevuto una preparazione in campo storico-artistico, ma partecipa anche una pattuglia di restauratori e specialisti del ministero per i Beni e le attività culturali. E' previsto in un secondo momento, in ogni azione in cui sarà impegnato il corpo, la collaborazione di professori universitari specializzati nella materia che sarà richiesta dal tipo di intervento. 
Nel caso di Palmira, dove per anni ha per esempio lavorato il personale impegnato nel progetto «Palmais» (Palmira Missione Archeologica Italo Siriana) molti archeologi italiani sono in grado di intervenire rapidamente proprio per l'accuratissima a conoscenza del luogo. Per esempio Maria Teresa Grassi, docente di Archeologia delle Province Romane all'Università degli Studi di Milano, responsabile dal 2007 al 2010 del progetto «Palmais», che aveva dichiarato nel maggio 2015 a Francesca Gambarini di Corriere.tv, esprimendo la sua preoccupazione che potesse essere saccheggiato il museo archeologico di Palmira per immettere pezzi sul mercato clandestino e finanziare così il terrorismo: «A Palmira c'erano queste tombe collettive dei clan locali che ospitavano fino a 300-400 persone e ogni loculo era chiuso da un bellissimo rilievo con il ritratto del defunto. Sono famosissimi, ci sono in tutti i musei del mondo, dal Louvre al British Museum». I Caschi Blu della cultura potrebbero anche compiere una ricognizione nel museo e stabilire se ci siano stare o meno ruberie. Ma la parola passa ora all'Unesco e al governo della Siria, senza una richiesta i Caschi Blu della Cultura non possono certo partire.



















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