di ILARIA URBANI per La Repubblica
ACCOLTA in ottobre come una regina per i
suoi ottant’anni al San Carlo, Carla Fracci torna in terra campana
per danzare per la prima volta sul palcoscenico del Teatro Carlo
Gesualdo ad Avellino stasera alle 21 nei panni di Thalassa, la Regina
degli abissi in Shèhèrazade e le mille e una notte. Un atto unico in
cinque quadri ispirato ai racconti d’oriente di Antoine Galland,
melodie del compositore russo Nikolaj Rimsky-Korsakov, con le
coreografie di Fredy Franzutti (biglietti 20 euro). Un leggendario
balletto che è anche un omaggio alla gloriosa storia dell’antica città
di Palmira, i cui reperti archeologici sono stati distrutti dall’Isis
nell’estate 2015 . Da Avellino Carla Fracci, icona della danza mondiale,
lancia un appello per l’arte che va sostenuta contro ogni violenza:
«La danza è pace, è arte, è bellezza e va sempre supportata.
L’entusiasmo dei giovani per la danza c’è ed è ancora tanto, ma la danza
va sostenuta dal governo, dalle istituzioni. Speriamo che le cose
possano migliorare, questo momento è molto difficile, anche per le
compagnie che devono essere ospitate. Chiedo un aiuto per il balletto e
per la danza». Un riscatto che può nascere proprio dal Sud: «Ma dobbiamo
essere positivi - prosegue la Fracci - e ottimisti, le cose possono
cambiare. Siete fortunati ad avere un teatro bellissimo e la volontà di
fare cultura, è consolante per tutti. È necessario incentivare il
Sud, bisogna incentivare sempre di più la cultura al Sud». La Fracci
ricorda il madrigale di Stravinsky dedicato al principe Carlo Gesualdo
cui è intitolato il teatro irpino e fantastica un futuro progetto
ispirato a quel componimento. Classe, determinazione e passione
immutate nel tempo: «La danza mi ha dato tutto - racconta la Fracci -
Non so se questo spettacolo sarà il mio addio alle scene o se ce ne sarà
un altro. Lo spettacolo è impegnativo: è importante avere energie
muscolari. Per ottenerlo serve lavoro quotidiano, esercizio ». E poi
con ironia spazza via lo spettro della nostalgia: «Ho interpretato tanti
ruoli, tutte le eroine in scena, sono morta tante volte…».
«L’esotismo di Shéhérazade - spiega il coreografo Franzutti - è inteso
non solo come fascino per un generico “altrove”, ma come ammirazione
per il lusso e la lussuria dell’oriente lontano, proponendo un momento
di riflessione sulla gloriosa storia dei paesi arabo- musulmani, sui
fasti di Bagdad, sulla potenza della città di Palmira». In scena con la
Fracci l’attore Andrea Sirianni nel doppio ruolo di Shéhérazade e del
Sultano, il danzatore cubano Carlos Alberto Montalvan Tovàr è Sindbad,
il marinaio e i primi ballerini Nuria Salado Fustè e Alessandro De
Ceglia sono rispettivamente Zobeide e il principe Assan.
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Stasera la stella della danza mondiale in scena “L’arte va sostenuta, salva dalla violenza...”
IN SCENA
Carla Fracci in scena nei panni di Thalassa, la “regina degli abissi”
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